Transformers 4 – L’Era dell’Estinzione, tre ore di puro caos: bisogna voltare pagina?

Arriva nelle sale cinematografiche italiane domani – mercoledì 16 luglio – il quarto capitolo di Transformers: L’era dell’Estinzione. Dopo Transformers (2007), Transformers – La vendetta del caduto (2009) e Transformers 3 (2011) si cambia aria: il cast è totalmente nuovo e tra i protagonisti troviamo Mark Wahlberg, Stanley Tucci, Kelsey Grammer, Nicola Peltz e Jack Reynor. Alla regia invece c’è sempre il poco apprezzato dai critici – nonostante l’enorme successo di pubblico – Michael Bay. Questo film prende vita cinque anni dopo gli eventi che distrussero Detroit proprio alla fine della terza pellicola: l’umanità cerca di ricomporsi, così gli umani danno la caccia a tutti i Transformers senza distinzione.

Un meccanico e sua figlia però scoprono un camion che si rivelerà essere Optimus Prime (capo della fazione degli Autobot di Cybertron, opposta a quella dei Decepticon), mentre un gruppo di scienziati resuscita e ricostruisce Megatron (il comandante supremo della fazione dei Decepticon) che prende il nuovo nome di Galvatron. Il cacciatore di taglia Lockdown però vuole catturare tutti i cybertroiani sulla Terra, così Optimus deve costruire un nuovo esercito con l’aiuto di un gruppo di geologi che hanno trovato alcuni Transformers dalla forma di dinosauri, i Dinobot.

I primi minuti sembrano far sperare che ci sia davvero una ventata di novità, già annunciata in precedenza dallo stesso regista: “Sarà un film più cinematografico e con meno pagliacciate”, ha dichiarato qualche tempo fa attraverso le pagine di Yahoo!. Niente più errori. In realtà dopo appena mezz’ora si capisce che non è proprio così. Al contrario di quanto ammesso, Bay si è concentrato principalmente sulla spettacolarità (esplosioni, sparatore ed inseguimenti), lasciando così in secondo piano tutto quello che c’è intorno. Gli effetti speciali sono impeccabili, ma per una storia che dura quasi tre ore (centosessantasette minuti per la precisione) non basta solo questo. Ci sono poche idee, ma molto confuse e che quindi creano un caos generale che non trova una via d’uscita.

Bay ha preso spunto da diversi film di successo degli ultimi anni come Jurassic Park, The Avengers, Independence Day, ma non è riuscito a dare una linea giusta alla sua pellicola, soprattutto per quanto riguarda la sceneggiatura (curata da Ehren Kruger che già ha lavoro nei precedenti lungometraggi della saga). Addirittura i personaggi principali sembrano passare inosservati: i loro sentimenti non arrivano minimamente allo spettatore anche per colpa di continui stacchi che influiscono negativamente sulla narrazione. Sicuramente la regia di Bay è svogliata: il regista non ha più la passione necessaria per questo progetto. A chi passerà il testimone per il quinto capitolo?

Foto by Facebook

Impostazioni privacy