Colpa delle stelle: quando l’amore sopravvive al cancro

Realizzare la trasposizione cinematografica di un bestseller è una sfida ambivalente, un’arma a doppio taglio: da un lato c’è la certezza di raccontare una storia già nota e apprezzata dal grande pubblico, dall’altro pesa il rischio di deludere le aspettative. Quando poi si tratta di un libro che ha conquistato soprattutto i teenagers, la faccenda si fa ancora delicata. Ma Josh Boone ha deciso di lanciarsi ugualmente. Ha voluto girare Colpa delle stelle, film drammatico tratto dall’omonimo libro di John Green, fenomeno di portata mondiale. E ha vinto, possiamo dirlo con certezza. Ha vinto anche grazie all’azzeccata scelta dei due protagonisti, ovvero Shailene Woodley e Ansel Elgort. Due ragazzi belli e talentuosi che hanno già lavorato insieme in Divergent e costruito un feeling quasi tangibile.

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Sono loro a interpretare rispettivamente Hazel Grace e Augustus, adolescenti che purtroppo devono fare i conti col cancro. Lei ha i “polmoni che fanno schifo“, ha visto da vicino la Signora con la falce ma è riuscita ad allontanarla grazie a un farmaco sperimentale (che nella realtà purtroppo non esiste); vive, Hazel, però tenendo perennemente dei tubicini nel naso e trascinandosi dietro una bombola d’ossigeno. A Gus pare sia andata un po’ meglio, per colpa di un osteosarcoma ha perso una gamba ma è “pulito da 14 mesi“. Si incontrano frequentando un gruppo di supporto, per lui è amore a prima vista e in fondo anche per lei. Ma lei vuole negarlo, prima di tutto a se stessa, perché sta morendo e teme che Gus possa soffrire troppo. Tuttavia si sa: l’amore, quando esplode, non sente ragioni. Va dritto per la sua strada, piega il cuore alla sua volontà mandando al diavolo ogni “se” e ogni “ma”. E allora Hazel e Gus diventano una coppia. Malconcia, sofferente eppure felicissima. Padrona di un piccolo infinito che la maggior parte delle persone sane non riesce nemmeno a immaginare. Ma la vita non è un ufficio per esaudire i desideri e a volte si accanisce. In un modo troppo ingiusto. Eppure… Eppure qualcosa si serve. E resta la forza di sorridere.

Boone ha vinto la sua sfida e a Shailene Woodley e Ansel Elgort va una fetta di merito, dicevamo. Ma per il resto, il regista può complimentarsi con se stesso. E’ riuscito a mantenere intatte le atmosfere di quelle pagine e a non cadere nella tragedia, anzi: non mancano le scene che strappano risate e che sono impregnate di delicato romanticismo. E’ una storia sul cancro, certo, ma più di una volta il cancro passa quasi in secondo piano ed è questa la cosa più bella. Il discorso diventa universale e l’attenzione viene focalizzata sulla forza dell’amore, quell’amore che sa essere così testardo da cambiare le cose. Certo, va detto che la lacrimuccia comunque scappa. Dunque, chi non ama commuoversi davanti al grande schermo farebbe meglio a tenersi lontano dalla sala. Ma per il resto, via libera. A chi ha letto il libro e a chi non l’ha letto. Perché anche piangere un po’ fa bene, se comunque serve a concentrarsi sui buoni sentimenti e scoprire che anche nel peggiore degli incubi può esistere un angolo di sogno.

Colpa delle stelle uscirà in Italia il prossimo 4 settembre.

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