Belluscone – una storia siciliana: Forza Italia chiede il sequestro del film

C’era da aspettarselo. Era prevedibile che Belluscone – una storia siciliana, il film (da molti definito “geniale“) di Franco Maresco avrebbe alzato un polverone. E che in seguito ai lunghi applausi raccolti durante la Mostra del cinema di Venezia, per l’esattezza durante la presentazione nella sezione Orizzonti, il malumore sarebbe arrivato alle stelle. Per poi tramutarsi un feroce attacco. In prima linea c’è già lui, il senatore Lucio Malan, che ai microfoni del programma di Klaus Davi KlausKondicio l’ha detto chiaro e tondo: “Ricorreremo alla magistratura per chiedere il sequestro del film per l’immagine negativa che offrirebbe dell’ex premier Silvio Berlusconi“.

Sono tre anni – ha continuato Malan – che Berlusconi non è più al governo, bisognerebbe parlare di altro. Il cinema può essere un veicolo eccezionale di promozione, non solo turistica, ma anche economica in generale, ma purtroppo c’è un eccessivo indulgere sulla mafia, sulla mafiosità, come se tutta l’Italia fosse fatta di mafiosi o di realtà delinquenziali“. Secondo il senatore azzurro, dunque, questa pellicola non contiene alcuna satira e non fa ridere per niente, ma piuttosto “c’è un attacco a una persona, a una intera parte del Paese, a un movimento politico“, ed è per questo che ritiene doveroso reagire al più presto. Sarà. Fatto sta che il film, a Venezia, è piaciuto. E parecchio, anche.

Comunque Malan si è pure consultato direttamente con Silvio, il quale “con la sua consueta amabilità e tolleranza, non ritiene di assumere iniziative in merito“; vedremo se la cosa avrà un seguito. Questa, intanto, la sinossi ufficiale del film: “Il critico cinematografico Tatti Sanguineti arriva a Palermo per ricostruire le vicissitudini del film mai finito di Franco Maresco: ‘Belluscone. Una storia siciliana’. Un’opera ambiziosa che nelle intenzioni del regista palermitano avrebbe dovuto raccontare il rapporto unico tra Berlusconi e la Sicilia, mettendo insieme una galleria di personaggi in cui spiccano il fedele Marcello Dell’Utri, vari pentiti di mafia e un’infinità di cantanti neomelodici irriducibilmente berlusconiani. Con lo stile ironico, dissacrante e provocatorio del suo autore, il film intreccia il viale del tramonto di Berlusconi, le sorti dello sfortunato Ciccio Mira (impresario palermitano, sostenitore indefesso del Cavaliere e nostalgico della mafia di un tempo) e il destino artistico dello stesso Maresco, che sceglie di eclissarsi, dopo aver capito l’inutilità dell’ennesima battaglia contro i mulini a vento della politica, in un’Italia che nella ‘cultura’ berlusconiana si è a lungo riconosciuta e continua a riconoscersi“.

Foto by Ufficio Stampa

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