La scuola più bella del mondo: agli abitanti di Acerra si sentono offesi

Era prevedibile che La scuola più bella del mondo, nuovo film di Luca Miniero con Rocco Papaleo, Christian De Sica, Angela Finocchiaro e Miriam Leone – nel cast anche Lello Arena, Nicola Rignanese e Ubaldo Pantani – avrebbe diviso gli animi. Così, se da una parte i risultati al box office sono stati davvero notevoli (nei primi quattro giorni è stato totalizzato un incasso pari a 2.500.000 euro con la media copia di circa 5.000 euro), dall’altra si stanno sollevando polemiche dalle parti di Acerra, che è una delle location principali. Della scuola media di Acerra, infatti, sono i ragazzini che, capitanati dai prof Papaleo e Finocchiaro, per un incredibile equivoco si ritrovano a trascorrere qualche tempo con dei loro coetanei di un istituto di pari grado in Toscana. E allora ecco che il modo in cui è stata descritta quella scuola, il modo in cui sono stati raccontati quegli adolescenti ha indignato più di qualcuno.

Portavoce di questo moto di ribellione è una professoressa di Acerra, appunto, che ha scritto una lettera rovente al Corriere del Mezzogiorno; durante la proiezione del film, spiega la donna, è stata “letteralmente investita da un sentimento di rabbia. I contenuti del film, la storia, i riferimenti geografici, hanno prodotto in me indignazione e dispiacere, peraltro subito condivisi da altre docenti e mamme di alunni che come me avevano assistito alla proiezione“. L’insegnante sottolinea che gli allievi del paese “non sono dei delinquenti che girano in passamontagna, né fanno da contraltare ai perfettini del Centro-Nord, come vuole proporre lo stereotipo del copione del film. Nessun insegnante delle scuole del Sud si è mai sognato di entrare in aula, abdicando al suo ruolo, indossando le cuffie e permettendo che gli studenti scatenassero i loro istinti peggiori (come fa il personaggio interpretato da Papaleo, ndr)“.

Tratteggiare in maniera così grottesca la figura del professore del Mezzogiorno – si legge ancora nella missiva – significa non apprezzare appieno il difficilissimo compito a cui sono chiamati (tutti i giorni) gli insegnanti meridionali che, a fronte di situazioni difficili, e in assenza di adeguate misure di sostegno alla professione, svolgono il loro ruolo in maniera encomiabile, gettando il cuore oltre l’ostacolo“. A fare eco sono Francesco Emilio Borrelli dei Verdi e Gianni Simioli della radiazza: “I napoletani sono esasperati dai luoghi comuni con cui viene descritto il nostro territorio e le nostre infrastrutture“. Certo, l’autoironia non guasta mai e anzi spesso diventa necessaria, ma ormai la rabbia diffusa “sta levando ai meridionali anche il gusto di ridere. La gran parte di coloro che hanno visto la pellicola si sono sentiti offesi. Scuole rotte, bambini violenti, insegnanti impreparati. Sembra l’apoteosi dei peggiori stereotipi del sud che serve solo a fare risate grasse ma mai a risolvere i problemi“. Eppure l’intento principale di Miniero, e anche di Papaleo, era un altro: puntare l’attenzione su un mondo tanto importante come quello della scuola.

E’ una grande soddisfazione – ha dichiarato il regista all’indomani del primo fine settimana di programmazione – vedere che la comicità di una commedia che, con tutta la leggerezza del caso, tratta l’ambiente della scuola possa ottenere un così enorme consenso. E infatti laddove abbiamo fatto presentazioni in varie scuole italiane, ho sentito il calore e l’entusiasmo dei giovani studenti“. Animi nettamente divisi, sì…

Foto by Facebook

Impostazioni privacy