Paola Minaccioni: “Sto scoprendo me stessa, imparo a godermi la vita”

Paola Minaccioni e le sue belle contraddizioni, di cui forse è consapevole o forse no, ma che rappresentano la fonte principale del suo fascino. La vedi sul grande schermo e ridi, ridi per le doti comiche che Madre natura le ha donato e che lei ha sviluppato a colpi di studio, prove, tentativi, sfide, gavetta. La vedi durante una conferenza stampa e sembra quasi timida, quasi sorpresa da tutta quella gente davanti a lei, quasi tentata di salutare e andare via. Poi prende il microfono e fa sentire la sua voce chiara e sicura, apre leggermente e coraggiosamente la porta su un animo così sensibile da dover essere protetto. Getta via ogni filtro di sorta. Davanti ai fotografi eccola là, un corpo minuto ma dotato di curve al posto giusto, che adesso mostra con divertimento mentre prima “mi vergognavo a mostrare le gambe“.

Paola Minaccioni, che nell’arco di questo 2014 che volge al termine ha confermato in modo tondo e definitivo la sua versatilità. Ha dato un volto pallido e occhi sgranati a Egle, malata di tumore nel film Allacciate le cinture di Ferzan Ozpetek, vicina di letto della protagonista Kasia Smutniak. Donna bizzarra, che strappa risate allo spettatore ma al contempo lo commuove con la sua disperata sete di vita. Ha dato piglio arcigno e tacchi alti all’avvocato divorzista interpretato per Un matrimonio da favola di Carlo Vanzina, ha dato scollature e fame di sesso – che però maschera un grande bisogno d’amore – al personaggio che Massimiliano Bruno le ha affidato in Confusi e felici. Adesso Paola è di nuovo nelle sale con Un Natale stupefacente di Volfango De Biasi (qua l’intervista al regista), e questa volta è una donna dolcissima nel pieno di una crisi esistenziale, che molla il marito – interpretato da Lillo – per iniziare una liaison con un tatuatore coatto ma in fondo non è convinta del tutto. E già soltanto la sua mimica fa divertire, anche i più diffidenti sono piacevolmente costretti ad “arrendersi”. Paola Minaccioni e il suo sentiero, costruito mattone dopo mattone. Come cemento, un autentico amore per la recitazione e un’indistruttibile voglia di farcela.

Piovono pareri positivi su Un Natale stupefacente, anche da parte della critica più severa. Numerosi apprezzamenti dinanzi ai quali lo stesso regista Volfango De Biasi si è detto sorpreso. Invece la tua reazione qual è stata?
Mah, guarda, io non avevo particolari aspettative rispetto alla critica. Il mio e il nostro obiettivo principale era intrattenere le famiglie durante il periodo natalizio, tutti abbiamo cercato di non tradire noi stessi e ci abbiamo messo la massima cura. Spesso i film natalizi adottano un tipo di recitazione sopra le righe, noi siamo rimasti sempre aderenti alla realtà: forse è per questo che i critici ci hanno premiato. Hanno premiato la qualità in tal senso.

Ti piace il tuo personaggio?
Molto. E’ la prima volta che interpreto una donna non solo vera, ma anche così dolce. E ho scelto, nel rappresentarla, di rinunciare a qualche risata pur di farla arrivare al pubblico in tutta la sua essenza. In altri film la mia comicità è stata più palese. Il mio ruolo per Vanzina, ad esempio, è fortissimamente comico.

Secondo te questo film rappresenta il superamento definitivo del cinepanettone o una sua evoluzione?
Premesso che, secondo me, il principale fine di un film dovrebbe essere sempre l’intrattenimento, mi trovo d’accordo con chi definisce Un Natale stupefacente un “cinepanettone 2.0”. Il cinepanettone tradizionale esce a Natale e dura il tempo di un panettone; questo film invece ha potenzialmente una vita più lunga, può arrivare fino a Pasqua e diventare una cinecolomba (ride, ndr)! Ecco, forse, la differenza principale: per tradizione il cinepanettone ha finora raccolto nelle sale persone che non necessariamente vanno al cinema durante il resto dell’anno, mentre questo è un film per chi segue il cinema con più costanza.

In questo 2014 hai dato conferma della tua versatilità, lavorando per film e per registi molto diversi fra loro.
Ciò mi rende felice, perché non vorrei essere catalogata in alcun modo. Il fatto di essere poco riconoscibile, in tal senso, ha una connotazione positiva. Perché posso essere un’attrice comica e drammatica, bella e brutta, ironica o tragica. Cerco di tracciare la strada nel modo migliore, anche correndo qualche rischio, e certe cose cominciano a emergere: finora non ho fatti grandi salti ma piccoli passi. Va bene anche così.

Come hai detto prima, spesso i tuoi ruoli sono stati decisamente comici. Divertenti. Eppure, in fondo, non manca mai una sfumatura di malinconia… O è un’impressione sbagliata?
Beh, tutte le volte io cerco il dramma. Cerco le contraddizioni dei personaggi, delle storie. Perché le contraddizioni, le cose non dette mi fanno ridere. E così riesco a far ridere anche gli altri. Anna Magnani, Giulietta Masina, Franca Valeri secondo me erano delle grandi attrici comiche. Non solo drammatiche. E peccherò di presunzione, ma è proprio a loro che cerco di ispirarmi.

Qualche tempo fa, durante la presentazione del film di Massimiliano Bruno Confusi e felici, hai detto che uno dei goal della tua vita coincide col momento in cui ti sei fatta bionda…
E’ vero (ride, ndr)! In parte era una battuta, in parte un modo per spiegare che, da un certo punto in poi, ho cominciato a cercare la leggerezza. Ho scelto di essere più glam. Sono e resto un’operaia del cinema, però sto imparando a godermi fino in fondo tutto ciò che viene. Molte persone mi dicono di apprezzare il fatto che sono “vera”, di certo la capacità di restare coi piedi per terra mi aiuta. Ma ripeto, dovremmo tutti imparare a goderci di più le cose grandi e piccole. Una giornata di sole è già di per sé una splendida giornata…

Ultimamente il tuo look è più audace!
… Hai visto??? (ride, ndr) Diciamo che pure questo deriva dalla scoperta di me stessa. Per lungo tempo mi sono vergognata anche di mostrare le gambe, ora mi diverto. Fare l’attore è una scelta di vita con tutte ciò che ne deriva, e allora curo il corpo facendo ginnastica, vado a teatro, studio le lingue. E’ una crescita bella e continua.

Cosa ne pensi del modo in cui la stampa tratta gli attori?
Non sempre mi piace. Non mi piace il fatto che molti giornalisti si interessino a un determinato attore o a una attrice quando vien fuori qualche vicenda legata alla vita privata. Voglio dire, emergere in questo mondo non è facile, anzi. Ci vuole fatica, ci vogliono sacrifici, rinunce, si incassano delusioni. Ma, troppo spesso, di questo e dei risultati raggiunti non frega niente a nessuno. La bravura non fa notizia, il gossip sì. E io sono molto incazzata per questo!

Hai parlato di risultati: quindi c’è ancora la meritocrazia in questo Paese?
Sì. Se sei bravo, in Italia si può ancora lavorare. Certo, bisogna sudare e soffrire il doppio. Sei bravo e te la fanno pagare. Ma prima o poi si arriva. Si può.

Sai che su google cercano informazioni sulla tua vita privata?
Davvero? No, non lo sapevo! Beh, che dire… Stiamo tutti bene, grazie! Lavoriamo, non ci sono problemi gravi, in passato abbiamo vissuto qualche periodo un po’ difficile ma adesso va molto meglio. Grazie ancora (ride, ndr)!

Come passerai il Natale?
In famiglia. Ho appena comprato i costumi, faremo una recita tutta romana. Mangeremo troppo. E mi riposerò.

Prossimi impegni?
Nel 2015 uscirà il nuovo film dei fratelli Vanzina, Torno indietro e cambio vita. Poi ci sono diverse cose in ballo ma devo valutare. E spero di tornare in teatro.

Il teatro, tuo primo grande amore: ti manca?
Moltissimo. Non ho potuto prendere impegni per alcuni spettacoli proprio perché impegnata sui set cinematografici; ma d’altra parte sono contenta, ho voglia di fare qualcosa in cui credo veramente.

Qualcosa scritta da te?
Non lo escludo. Ci sono progetti in ballo e, in tutti i casi, io ci metto lo zampino anche come autrice.

Il tuo desiderio più ambizioso?
Lavorare con Meryl Streep! Oppure essere protagonista di un film d’autore: mi piacerebbe molto.

Chiudiamo con un pensiero su Virna Lisi, che ci ha lasciato qualche giorno fa.
Era molto stimata e meritava tale stima. Nascere così bella significa avere un patrimonio difficile da gestire, non è facile. Ma lei aveva anche una grande personalità, era una donna forte. E non capita spesso che donne bellissime abbiano anche una grande personalità. Ha avuto un matrimonio lungo, ha fatto scelte professionali giuste. E’ stata una diva. In tutti i sensi.

Foto by Ufficio stampa

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