50 sfumature di polemica. La campagna per boicottare il film diventa virale

Gli attivisti americani impegnati a combattere contro la violenza domestica lanciano la provocazione. Secondo il loro parere 50 Sfumature di grigio (film, tratto dal bestseller di E. L. James, la cui uscita è prevista per il 12 febbraio) va boicottato e chiedono, attraverso i media tradizionali e l’immancabile pagina Facebook, che le sale cinematografiche rimangano deserte. Questa campagna anti-sfumature sta avendo successo? Per quanto riguarda il lato dei media tradizionali (TV, radio e stampa) è troppo presto per tirare le somme, qualche indicazione in più la si ottiene dalla pagina Facebook che, creata il 26 gennaio, ha raccolto al momento 4.600 “mi piace”.

È stato creato anche l’hashtag #50dollarsnot50shades (50 dollari non 50 sfumature) con cui l’associazione americana contro la violenza domestica invita a fare una donazione piuttosto che spendere 50 dollari (tra ingresso, snack e bibite) al cinema. Hashtag che su Facebook per il momento non sta facendo molto rumore ma che su Twitter sembra riuscire a intavolare una discussione più viva e frizzante.

Alla campagna si sono già unite altre associazioni tra le quali il London Abused Women’s Centre (canadese, nonostante il nome) il National Center on Sexual Exploitation e il movimento Stop Porn Culture. Il motto Hollywood non ha bisogno dei tuoi soldi, le donne abusate sìè stato ripreso, proprio in queste ore, anche dalla stampa americana, in testa il The Washington Times dalle cui pagine il gruppo di attivisti si scaglia con particolare convinzione contro la pellicola: “siamo arrabbiati a causa di questo film e il suo potenziale di promozione dello stalking e dei comportamenti abusivi e siamo felici di poterci schierare per compensare e limitare il danno”. L’eco delle diverse iniziative è arrivato anche in Inghilterra laddove una delle portavoci, l’avvocato Natalie Collins, rincara la dose sostenendo che “essere controllate e manipolate non è né sexy né romantico” e auspica che anche nel regno di Sua Maestà la Regina le donne si facciano trovare riunite in protesta fuori dalle sale cinematografiche.

(Foto by Twitter)

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