Hunger Games: Il Canto della Rivolta – Parte 2, tanta azione ma le emozioni scarseggiano

Il momento della resa dei conti è finalmente arrivato. La saga cinematografica Hunger Games, tratta dagli omonimi libri fantasy scritti da Suzanne Collins, giunge al capitolo finale dopo aver conquistato gli spettatori di tutto il mondo, guadagnando finora più di due miliardi e 300 milioni di dollari. Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 2 (guarda il trailer su Velvet Cinema) esce nei cinema italiani giovedì 19 novembre 2015, a un anno esatto dal precedente atto, e ha il difficile compito di concretizzare tutto il lavoro fin qui svolto. Le premesse non vengono tradite perché questa pellicola è senza dubbio la più spettacolare dell’intera serie e il lento (forse troppo) processo emotivo della Parte 1 trova il suo perfetto sbocco nell’azione che qui la fa da padrone. Non ci si annoia di certo, anzi.

Katniss, interpretata dalla sempre più brava e consacrata Jennifer Lawrence, non è più quella ragazzina che a sedici anni si offrì volontaria agli Hunger Games per risparmiare la sorellina Primrose sfortunatamente sorteggiata: ora ha acquistato finalmente consapevolezza del proprio ruolo di leader, è stanca di essere usata e manipolata. Vuole fare di testa propria e per perseguire i suoi scopi è pronta a mentire perfino ai suoi stessi amici. Il regista Francis Lawrence (che ha firmato Io sono leggenda) si muove con disinvoltura traendo spunto dai videogiochi. L’azione è spostata quasi interamente a Capitol City, dall’esterno della città alla residenza di Snow il tragitto è costellato di ostacoli e trappole di tutti i tipi, proprio come i livelli di un videogame.

La Squad 451 che si mette in marcia per raggiungere il presidente Snow ed eliminarlo è capitanata dalla stessa Ghiandaia ed è composto da Gale, Finnick, Castor, Jackson, Pollux, Boggs, Homes, le sorelle Leeg, Mitchell e, ma solo in un secondo momento, anche da Peeta che finalmente torna dalla parte dei “buoni” dopo il lavaggio del cervello. Durante la missione ci saranno delle drammatiche perdite, ma per quanto sia scontata la sopravvivenza della protagonista, lo stesso non si può certo dire dei comprimari. Questo è senza dubbio uno dei punti di forza del kolossal, che tiene altissima la tensione dando l’impressione che possa succedere qualsiasi cosa e da un momento all’altro. A differenza dei precedenti, soprattutto dell’ultimo, questa volta però le sorprese non mancano.

Scenografia, effetti speciali e costumi sono ancora una volta di livello eccelso, così come il ricchissimo cast dalla protagonista premio Oscar all’intenso Donald Sutherland. L’unica pecca della pellicola è però proprio l’eccessiva attenzione all’azione, che finisce inevitabilmente per diminuire la partecipazione emotiva soprattutto per quanto riguarda il triangolo amoroso dei protagonisti e il finale. L’opposto esatto del precedente film. Il delicato equilibrio è stato trovato solo nel primo capitolo della saga, che rimane il migliore.

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