Morto Andrej Wajda regista premio Oscar

Il regista polacco Andrej Wajda è scomparso ieri sera, 9 Ottobre, a Varsavia per insufficienza polmonare dopo essere stato in coma per giorni.

Il regista novantenne era atteso a Roma per l’undicesima edizione della Festa del Cinema, con il suo ultimo lavoro, “Afterimage”, biopic del pittore polacco Wladyslaw Strzeminnsk (1893-1952). Nel film vengono narrate le pressioni che l’artista subì nel dopoguerra, il suo licenziamento da insegnante per aver rifiutato di piegarsi alle regole del “realismo socialista” e di collaborare con il regime comunista. Il film era stato proposto come candidato ufficiale della Polonia agli Oscar 2017 e sarà presentato giovedì prossimo, accompagnato l’equipe e gli attori che lo hanno realizzato.

Wajda era considerato uno dei registi polacchi di maggior rilievo, nominato diverse volte agli Oscar come miglior film straniero, ricordiamo “L’uomo di ferro”, “La terra della grande promessa” e, l’ultima volta, con “Katyn” del 2007. Appassionato di storia polacca, fu autore di numerosi film sulla storia del suo paese, sulla dolorosa esperienza della Seconda Guerra Mondiale e sulla resistenza del popolo polacco ai nazisti. Nel ’57, a Cannes, Wajda vinse il premio speciale della giuria per I dannati di Varsavia, poi, nel 1981, la Palma D’d’oro con “L’uomo di ferro”, in cui raccontava il movimento di Solidarnosc.

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Nel film recitò lo stesso Lech Walesa, interpretando se stesso. Nel 2000 fu Premio Oscar alla carriera per “cinque decenni di grande cinema”. I suoi lavori più celebri sono quelli della Trilogia sulla Seconda Guerra Mondiale: Generazione del 1954, I dannati di Varsavia del 1957, Ceneri e diamanti del 1958. Tra i suoi lungometraggi ricordiamo anche Danton del 1983, in cui diresse Gerard Depardieu nella parte del rivoluzionario francese. Più recenti i film Tatarak del 2009 e Walensa – l’uomo della speranza del 2013.

Photo credits Facebook

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