Il caso Weinstein sembra aver aperto una sorta di vaso di Pandora e dopo le numerose star americane che finalmente hanno denunciato gli abusi subiti da parte del produttore, anche in Italia le attrici hanno incominciato a parlare e una delle prime a farlo è stata Miriana Trevisan la quale ha accusato di aver tentano un approccio con lei il Premio Oscar Giuseppe Tornatore.
Molte confessioni di esponenti del cinema italiano sono state fatte alla redazione della trasmissione Le Iene ed è proprio per questo che uno dei più amati volti del programma di Italia 1, Dino Giarrusso, ha chiesto a molti noti cineasti del cinema italiano un commento riguardante questa situazione.
In particolare, Giovanni Veronesi ha detto ai microfoni di Giarrusso “non ho altri commenti da fare sulla vicenda, io avevo difeso Asia Argento perché è una mia amica e mi aveva raccontato di Weinstein già venti anni fa”. Pupi Avati, invece, ammette “so per certo che queste cose succedono, ma non posso fare nomi, altrimenti smetterei di lavorare”.
Paolo Virzì, dal canto suo è alquanto scettico sulla vicenda e sulle modalità in cui è stata affrontata dalle vittime “non credo che nel cinema italiano possano accadere certe cose, ma comunque si sta sviluppando un aspetto voyeuristico di un fatto che andrebbe affrontato con riserbo e delicatezza. C’è una caccia a scoprire chi sono i colpevoli, poi proprio voi che siete una trasmissione Mediaset parlate?”, mentre Carlo Verdone è alquanto preoccupato per le sorti del cinema: “non voglio entrare nel merito dei nomi che sono circolati in questi giorni, ma se questo fosse confermato sarebbe una botta tremenda per il cinema italiano e questo spero possa far cambiare certi comportamenti”.
Molto severo riguardo a queste vicende è stato Gabriele Muccino che ha sentenziato “quello che avete raccontato è sconvolgente, dobbiamo isolare e mettere alla gogna queste persone, se le accuse fossero confermate. Negli Stati Uniti queste cose non succedono perché i provini con i registi avvengono sempre negli uffici e alla presenza di diversi testimoni. È un modo di tutelare entrambe le parti, sia le donne che vengono molestate, sia i registi che potrebbero essere accusati ingiustamente”.
Photo e Video credits: Italia 1