Interstellar, tra scienza e fantascienza: quali principi fisici hanno ispirato la pellicola di Nolan

Chrisopher Nolan è da poco tornato nelle sale con Oppenheimer, ma già nel 2014 aveva già attinto da “quel” mondo

All’indomani della sua uscita nel 2014, Interstellar divise il pubblico soprattutto per qualche buco di trama e incongruenze di troppo. Il lavoro maniacale che è stato fatto da Christopher Nolan sulla sceneggiatura, interpellando anche diversi esperti in materia, non aveva soddisfatto proprio tutti. Rimane il fatto che il film con Matthew McConaughey rientra nella lista dei suoi più grandi capolavori.

Così come per Oppenheimer, il regista anche allora fu ispirato dallo sconfinato universo della fisica. La vicenda ruota attorno a un unico perno ovvero la teoria della relatività di Albert Einstein e la relazione tra spazio, tempo e gravità che ne scaturisce. L’allontanamento da quanto è scritto nei manuali è evidente, stiamo pur sempre parlando di un’opera di fantascienza.

Interstellar, a quali principi della fisica fa riferimento Christopher Nolan

Per raccontare uno scenario apocalittico sulla Terra come quello di Interstellar, il regista Christopher Nolan ha dovuto per forza tenersi appigliato – seppur a tratti flebilmente – ad alcuni concetti di fisica teorica. Che poi se ne sia discostato per far tornare i conti del suo script è un altro discorso. Il lavoro a livello di trama è stato comunque meticoloso. Checché se ne dica rimane uno dei suoi capolavori più riusciti. Nonostante le licenze poetiche che consciamente si è permesso.

La fisica dietro Interstellar, quali principi ha sfruttato Christopher Nolan
L’attore Matthew MacConaughey in una delle scene di Interstellar, interpreta il personaggio di Joseph Cooper – velvetcinema.it (fonte foto ANSA)

Il protagonista è Joseph Cooper, interpretato magistralmente da Matthew McConaughey, un ex pilota della NASA, nonché ingegnere. Scelto per salvare l’intera umanità insieme ad altri due astronauti come compagni di avventura. Con l’obiettivo di trovare un pianeta che sia abitabile attraversa un cunicolo spazio temporale, raggiungendo la zona dell’Universo dove l’azienda spaziale aveva già inviato altri tre scienziati per raccogliere dati e informazioni.

A causa, appunto, della relatività Cooper è lontano da casa per 76 anni terrestri mentre la sua persona fa esperienza solamente di due – non invecchia velocemente quanto i membri della sua famiglia. Ovviamente, Nolan deve aver studiato benissimo i principi alla base della teoria della relatività generale, in particolare della dilatazione gravitazionale del tempo.

Una altro degli elementi tratti dai manuali di fisica è il wormhole ovvero una curvatura dello spazio, ipotetica, che possa consentire lo spostamento da una parte all’altra dell’Universo – gli esperti lo conosceranno con il nome di ponte di Einstein-Rosen, mai osservato concretamente.

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