Perfect Days è una perfetta parabola della vita in pieno stile Wim Wenders che stupisce e trascina il pubblico cinefilo, ma delude il grande pubblico.
Il film è sicuramente un lento e inesorabile avvicinamento all’insensatezza della vita e all’amore per le piccole cose. Colpisce il pubblico sensibile, ma lascia indifferente il mainstream.
Se ne sono sentite tante su questo film che è una piccola gemma cinematografica, ma che comunque lascia qualche perplessità a chi invece si aspettava un blockbuster. Una chicca che racconta la vita di un uomo normale con il solito sguardo documentaristico a cui ci ha abituato il regista tedesco.
Non mancano i solito momenti di riflessione meta-cinematografica a cui ci ha abituato il regista, con la passione per la fotografia del protagonista e quell’amore per la musica vintage che ci fanno capire che forse stiamo correndo troppo. Il costrutto è una dura critica alla tecnologia riflessa anche negli atteggiamenti dei giovani che non riescono più ad avere relazioni e che semplicemente si usano a vicenda. Ma questa è solo la punta dell’iceberg di un film scritto e diretto con le mani di chi sa fare cinema.
Chi conosce Wim Wenders è ben consapevole di come la sua mano cinematografica sia sopraffina e lo conferma anche in un Perfect Days maturo che sa di film-testamento. All’interno troviamo tutti gli stilemi di un cinema riflessivo che ci fa ragionare sull’insensatezza della vita. E quel finale sognante, con un primo piano lungo tre minuti, ci lascia riflettere.
Siamo davvero sicuri che un film debba avere una storia articolata? O magari è fondamentale solo far provare emozioni? Negli sguardi delle piccole cose, ancora una volta, si trova il dramma dell’uomo moderno spesso troppo solo e isolato dalla sua stessa famiglia.
Hirayama, il protagonista, è un addetto alle pulizie dei bagni pubblici e svolge il suo lavoro come dovrebbe farlo un chirurgo in sala operatoria con precisione e dedizione. Lo stesso fa Wenders che tratta la macchina da presa come un’amica, accompagnandola negli anfratti di una vita che ha perso i valori per le cose e che si basa solo ed esclusivamente sul girare della moneta contante.
Uno sguardo dentro al cuore di un uomo che, dopo qualche errore, ha capito che accontentarsi e godersi le piccole cose è il modo più giusto per vivere questa vita. E se qualcuno si è annoiato probabilmente dovrebbe guardarsi dentro e cercare quello che Hirayama ha ormai trovato da tempo.
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