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Dietro i candelabri, Michael Douglas è Liberace: artista, sfacciato, gay

Dietro i candelabri – La vita segreta di Liberace: già il titolo, che annuncia ghiotte rivelazioni, desta curiosità. E la curiosità aumenta per moto naturale quando il pensiero va a lui, il leggendario pianista americano Wladziu Valentino Liberace. Talentuoso, assolutamente sopra le righe, stravagante, gay pieno di contraddizioni. E ad indossare i suoi panni è il Premio Oscar Michael Douglas. Sì, in effetti tutte le premesse di questo film sono ottime. Decisamente.

Arriva nelle sale italiane il prossimo 5 dicembre ed è diretto da Steven Soderbergh (Sesso, bugie e videotape, Traffic, Ocean’s Eleven, Ocean’s Twelve, Effetti collaterali); le riprese sono state realizzate proprio dopo una pesante cura affrontata da Douglas per sconfiggere il tumore: “Quando ho avuto il cancro – ha raccontato il celebre attore nel corso di un’intervista a Sette – una parte di me era convinta che non avrei più lavorato. Che fosse finita. Loro, Steven e Matt, mi hanno aspettato. Finché sono diventato abbastanza forte da poter cominciare Dietro i candelabri. È stato davvero un regalo, aspettarmi“.

Matt, ovvero Matt Damon: il co-protagonista, che interpreta il ruolo del compagno di Liberace, Scott Thorson. E se Douglas dice di essersi divertito un modo per tutta la lavorazione, il collega parla senza malizia di quelle affettuosità scambiate per esigenze di copione: “Una volta che ti impegni per un film così non puoi certo tirarti indietro. Ci sono tanti gay nella nostra società, per non parlare dell’industria dello spettacolo. A me terrorizzava l’idea di non rendere loro onore ma i baci erano coreografati“.

Nonostante l’evidenza, Liberace – diventato famoso fra gli anni Cinquanta e Settanta e morto di Aids nel 1987 – negò sempre la propria omosessualità e addirittura fece causa a chi lo definì gay. Con Thorson finì male: lui lo portò in un’aula di tribunale e chiese gli alimenti. La pellicola, tratta dall’autobiografia proprio di Thorson (che è ancora vivo), si basa propria sulla loro relazione, durata sei anni e cominciata quando l’artista era ormai in età matura, sia pur ancora pieno di energia e ancora capace di incantare tutti sia con la sua musica che con i suoi costumi scintillanti.

Sia il regista che i due interpreti principali hanno più volte sottolineato la diffidenza con cui questo progetto è stato accolto dall’universo hollywoodiano perché “progressista”, troppo esplicito, a tratti scandaloso. Ma Soderbergh tiene a far presente pure che si tratta di un film vivace, allegro, “non drammatico come Brokeback mountain. Sono caduto dalle nuvole, non ha alcun senso, Hollywood e le sue dinamiche continuano a sorprendermi“.

Behind the candelabra è un film coraggioso e colorato, in tutti i sensi. E questo è un altro validissimo motivo per vederlo. E poi diciamolo: quando ricapita di “ammirare” in versione gay due sex symbol indiscussi (ed è bene sottolineare “indiscussi”) come il buon Douglas e Damon?

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Redazione

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