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Categorie: Recensioni

Disconnect, uscita 9 gennaio: “sulla Rete ogni inganno è possibile”

La Rete ha accorciato le distanze, spostato in avanti i nostri confini, rimpicciolito il mondo nel nome di una comunicazione veloce e dotata di infiniti tentacoli. La Rete ha innegabilmente cambiato le nostre vite: in meglio, se gli equilibri non saltano. Se saltano, invece, c’è il rischio di ritrovarsi inghiottiti e perdere la cognizione della realtà, cacciandosi anche in grossi pericoli. Ecco, è questo il messaggio lanciato da Disconnect, primo lungometraggio di Henry-Alex Rubin in cui diverse vicende s’intrecciano tramite i social network, gli smartphone, tutta la tecnologia di ultima generazione. Il regista lo dice con chiarezza: “E’ un invito-esortazione: scollegatevi e tornate a vivere“. E la visione di questa pellicola, in effetti, rende urgente una riflessione.

DISCONNECT, IL TRAILER ITALIANO

Sceneggiato da Andrew Stern e ambientato a New York, Disconnect approderà nelle sale italiane giovedì 9 gennaio; del cast fanno parte Alexander Skarsgård, Jason Bateman, Paula Patton, Max Thieriot, Jonah Bobo, Hope Davis, Colin Ford, Frank Grillo, Michael Nyqvist e Andrea Riseborough. C’è un instancabile avvocato che vive perennemente incollato al cellulare e per questo trascura la moglie e i due figli adolescenti; c’è una coppia in crisi che cerca evasione tramite Internet e c’è un ex poliziotto il cui figlio perseguita un compagno di classe servendosi proprio della Rete. E ancora, un’ambiziosa giornalista convinta di poter fare carriera usando la storia di un ragazzino che fa soldi mostrandosi su chat erotiche.

I vari personaggi non si conoscono, sono sconosciuti, ma le loro vicende s’intrecciano coinvolgendo lo spettatore e disegnando un quadro realistico e a tratti inquietante di ciò che può derivare dalla solitudine. Dalla disperata ricerca di contatti umani. Alla base, dunque, c’è un bisogno sotto molti punti di vista innocente. Ma anche l’incoscienza (e l’ignoranza…) relativa a ciò che può celarsi dietro la virtualità. Non è la prima volta che il cinema tratta simili tematiche, questo è vero; tuttavia Rubin lo fa con un’intensità che merita attenzione. Anche grazie alla sceneggiatura, ricca e ben definita, e a un cast di innegabile bravura.

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