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Categorie: Recensioni

Grand Budapest Hotel: il film vincente e imprevedibile di Wes Anderson

Gran Budapest Hotel, il nuovo film di Wes Anderson, arriva nelle sale italiane il 10 aprile, in 200 copie e con un ottimo biglietto da visita. Arriva dopo ottenuto numerosissimi consensi da parte sia del pubblico che della critica (ha vinto il Gran Premio della Giuria all’ultimo Festival di Berlino), praticamente in ogni angolo del mondo. Arriva con un cast di alto livello, composto da Ralph Fiennes, Tony Revolori, F. Murray Abraham, Mathieu Amalric, Adrien Brody, Willem Dafoe, Jeff Goldblum, Harvey Keitel, Jude Law, Bill Murray, Edward Norton, Saoirse Ronan, Jason Schwartzman, Léa Seydoux, Tilda Swinton, Tom Wilkinson e Owen Wilson. E con un’abbondante quanto ammirevole dose di imprevedibilità (leggasi anche marcata originalità).

Gran Budapest Hotel racconta le vicende di Gustave H (Fiennes), “mitico” concierge di un lussuoso e famoso albergo situato nell’inesistente Repubblica di Zubrowka in Ungheria, e di Zero Moustafa (Tony Revolori), un fattorino che diviene il suo più fidato amico (e lui invece diventa il suo mentore). “Sullo sfondo – è scritto nella sinossi ufficiale – il furto e il recupero di un celebre dipinto rinascimentale, la violenta battaglia per un’enorme fortuna di famiglia, ed una dolce storia d’amore. Il tutto tra le due guerre, mentre il continente è in rapida e radicale trasformazione“.

C’è un salto temporale: nel presente l’hotel – una volta super lussuoso e frequentato dall’alta borghesia – ha pochi clienti e uno di questi è il narratore (Law); quest’ultimo a sua volta riesce a costruire un rapporto di confidenza con un altro ospite a dir poco misterioso (Abraham) che decide di raccontargli la sua incredibile storia. Quella che viene raccontata anche allo spettatore. Il proprietario dell’albergo è proprio Moustafa, l’ex fattorino: come ha fatto a cambiare così radicalmente la sua vita? E allora ecco un appassionante e coinvolgente tuffo nella Belle époque, nel mondo dei ricchi che riesce sempre a salvaguardare la propria esistenza anche dinanzi alla guerra.

Ne hanno vissute di avventure, Gustave e Moustafa. Ne hanno vissute parecchie. Compresa quella della decrepita nobildonna frequentatrice assidua del Grand Budapest e amante di Gustave, di conseguenza destinatario di una cospicua eredità comprendente il quadro di incredibile valore. La decisione di lasciare a lui i beni scatena la furia dei familiari della signora, rendendo così necessaria la fuga e tutta una serie di espedienti rocamboleschi.

Grand Budapest Hotel è semplicemente un film da non perdere. Per i motivi detti prima, ma anche per la meravigliosa fotografia e l’estrema cura con cui sono ricostruiti ambienti, usi e costumi. La guerra è raccontata con leggerezza e puntualità, le atmosfere possono sembrare fantasiose ma in realtà si avvicinano moltissimo a ciò che fu. Tutto è gradevole, piacevole, denso e palpabile. Raro che un film contenga tante qualità e che i difetti siano praticamente inesistenti.

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