Cristina Comencini è tornata sul set con Finocchiaro, Bruni Tedeschi, Scianna e…

Come preannunciato qualche tempo fa, sono cominciate il 5 maggio le riprese di Latin Lover, il nuovo film di Cristina Comencini prodotto da Lionello Cerri. Il soggetto e la sceneggiatura portano la firma della stessa Comencini e di Giuliana Calenda, la pellicola è riconosciuta di interesse culturale con il sostegno del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo Direzione generale per il Cinema in collaborazione con Apulia Film Commission. Il cast è composto da Angela Finocchiaro, Valeria Bruni Tedeschi, Virna Lisi, Francesco Scianna, Neri Marcorè, Claudio Gioè, Marisa Paredes, Candela Pena, Jordi Mollà, Lluis Homar, Toni Bertorelli, Phila Viitala, Nadeah Miranda.

Le location sono dislocate fra la Puglia (per l’esattezza Monteroni di Lecce e San Vito dei Normanni) e Roma (alcune scene saranno ambientate anche a Cinecittà). Latin lover prende il via nel paesino in cui viene celebrato il decimo anniversario dalla morte di Saverio Crispo (Scianna), attore simbolo del grande cinema italiano e inguaribile latin lover. All’evento partecipano le sue cinque figlie, che vivono sparse in varie parti del mondo, e due ex mogli: una italiana (la Lisi) e l’altra spagnola (la Paredes). Gradualmente quanto inaspettatamente, le donne scopriranno un passato fatto di segreti, passioni e rivalità che si tradurrà in una rivoluzione del presente.

Sarà un film – anticipa la Comencini – molto di fantasia. Interessante perché è una commedia sulla subalternità femminile e sui nostri padri: l’Italia è malata di malinconia e nostalgia, perché abbiamo grandezza, ma non abbiamo un futuro. È un film che parla dell’immobilismo italiano“. Rodolfo Valentino, continua la regista, “è un paragone perfetto per spiegare il personaggio perché anche lui veniva da un paesino piccolo come il mio divo, e poi Scianna gli somiglia. Il film racconta le relazioni che si sviluppano tra le donne che hanno sempre vissuto nell’ottica di questo grande attore“.

© Gian Mattia D’Alberto – LaPresse

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