Scusate se esisto!: Raoul Bova e Paola Cortellesi rompono gli schemi

A parità di competenze professionali, le donne sono ancora considerate meno rispetto agli uomini“, “Viviamo in una società in cui molte volte devi necessariamente conformarti all’idea che gli altri hanno di te, anche se non corrisponde alla realtà“, “Volevamo raccontare una storia d’amore inusuale, fra due persone che non condividono la sessualità ma tutto il resto sì: il rispetto, la solidarietà, la fiducia… L’amore, appunto“. Ecco, sono questi i principali spunti di riflessione che hanno preso forma in casa Milani-Cortellesi. Riccardo Milani e Paola Cortellesi. Coniugi da 3 anni, dopo 9 di fidanzamento. Lui regista, lei attrice. Anzi, lei è anche autrice e conduttrice, comica, imitatrice. E siccome se la cava anche con la penna, ha deciso di cimentarsi come sceneggiatrice. Per mettere nero su bianco, tradurre in una storia compiuta tutti quei discorsi fatti sul divano col marito. Il quale, a sua volta, si è messo a scrivere. E hanno scritto insieme a loro pure Ivan Cotroneo, Giulia Calenda, Furio Andreotti. Una volta riempite tutte le pagine, Milani ha preso posto dietro la macchina da presa. La Cortellesi davanti. Con lei, Raoul Bova, Corrado Fortuna, Lunetta Savino, Cesare Bocci, Marco Bocci, Ennio Fantastichini, Federica De Cola, Stefania Rocca, Antonio D’Ausilio e Felice Farina. E’ nata così Scusate se esisto!, commedia che sbarcherà nelle sale il prossimo 20 novembre per un totale di oltre 400 copie.

SCUSATE SE ESISTO!: IL TRAILER UFFICIALE

Paola interpreta Serena Bruno, nata in un paesino dell’Abruzzo e diventata architetto grazie alla passione e alla fatica. Dopo una serie di successi professionali all’estero, decide di fare ritorno in Italia. Ma in Italia le sue competenze passano praticamente inosservate, Serena trova qualche lavoretto che non è assolutamente all’altezza del suo curriculum e, per arrotondare, arriva a fare anche la cameriera di sera. Il proprietario del ristorante ha il volto e il corpo di Raoul Bova; è un tipo da togliere il fiato. E’ anche dotato di intelligenza, sensibilità, profondità. Insomma, il ritratto dell’uomo perfetto. Peccato che sia… Gay. Con un passato di etero alle spalle. Lì per lì la conoscenza della verità è traumatica per Serena, ma poi i due decidono di continuare a frequentarsi e addirittura cominciano una convivenza. Una storia d’amore inusuale, appunto. Francesco – questo il suo nome – aiuta Serena nella ricerca di un lavoro, ma lei si mette nei guai. O meglio, si ritrova costretta a mettersi nei guai e a mentire sulla sua stessa identità pur di aggiudicarsi un ingaggio cui tiene molto e non solo per questioni professionali (ma anche umane): la riqualificazione del Corviale, un palazzo lungo un chilometro situato nella periferia romana. Serena, a sua volta, aiuta Francesco a trovare il coraggio per rivelare la sua vera natura al figlio di sette anni.

Ecco, questa storia si sviluppa fra un sorriso e una risata. Sì, con questo film si ride. E più di una volta, anche. Ma fa anche riflettere, indignare, commuovere. Serena è in gamba, molto in gamba, ma è una donna. E le donne, ancora, si trovano davanti parecchie porte chiuse. Francesco vive liberamente la propria omosessualità, però non del tutto. Si mostra al mondo per quello che è, tuttavia si nasconde al cospetto del suo bambino. Bugie indotte dal mondo circostante. Bugie che sono ovunque. Mente anche Cesare Bocci, che diventerà collega di Serena. Mente la De cola nei panni di Denise. Mente a se stessa una bravissima Lunetta Savino, che da 30 anni vive all’ombra del suo capo incapace e maschilista (Fantastichini) e non ha il coraggio di guardarsi allo specchio. Perché sa che vedrebbe riflessa una donna in gamba, molto più in gamba del suo boss, eppure consapevolmente frustrata. Mente Bocci, alias un gay sopra le righe che tuttavia un po’ camuffa la sua anima sensibile dietro atteggiamenti spesso incontenibili. Tutte queste farse, a un certo punto, creano un corto circuito. Anzi è Serena ad accendere la miccia. E allora un po’ di cose torneranno al loro posto, sia pur in modi inattesi.

Scusate se esisto! è una commedia che fa centro. Perché porta avanti la denuncia sociale a colpi di battute, leggerezza, divertimento. Ma intanto si apre una strada nella mente dello spettatore. Perché dice le cose come stanno e non si lascia tentare da facili assoluzioni. Perché la riqualificazione del Corviale è un progetto vero e veramente il cui coordinamento fa capo a una donna, Guendalina Salimei. Perché nelle periferie ci sono ragazzi che hanno bisogno di spazi, aria, possibilità. Perché l’amore non deve essere omologato ma libero di esprimersi come vuole. Perché Bova e Bocci sono stati coraggiosi, a infrangere – almeno per una volta – la loro immagine di sex symbol. Perché tutto il cast è azzeccato. Perché la commedia italiana continua con la sua rinascita.

Foto by Ufficio stampa

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