Hotel Transylvania 2: più mostri, più leggerezza, più risate

Il primo film, uscito nel 2012, aveva divertito milioni di spettatori in Italia e in tutto il mondo riuscendo a mixare in modo intelligente trovate brillanti con un messaggio di fondo ben più serio, ovvero la paura del diverso e, alla fine, la sua accettazione tramite un’analisi di se stessi. Il punto debole era il ritmo, decisamente troppo lento in alcune scene chiave. Hotel Transylvania 2 non commette lo stesso errore, potendo partire da una base già solida e ben costruita: l’attenzione del regista russo Genndy Tartakovsky è focalizzata principalmente sul divertimento e il risultato è una pellicola sì più superficiale, ma anche più leggera e scorrevole. Si ride dall’inizio alla fine ed è quasi impossibile contare tutte le citazioni presenti, così come i nuovi personaggi, alcuni particolarmente riusciti come Il fantasma del palcoscenico canterino.

La trama è presto detta: con la figlia Mavis felicemente sposata con l’umano Johnny, Dracula non vede l’ora di vedere il riccioluto nipotino Dennis diventare un vero piccolo vampiro, peccato che il bimbo dimostri di essere decisamente troppo umano. Niente canini aguzzi e sete di sangue, insomma, anche se tra i mostri suoi amici ci sta bene, eccome. I continui tentativi del nonno di portarlo sulla “cattiva” strada e il timore che possa correre troppi rischi frequentando i piccoli e scatenati coetanei spinge la madre a decidere di trasferirsi dagli umani. Con l’aiuto di Johnny, riesce a passare qualche giorno col nipote e assieme ai suoi compari, Frank Frankenstein, Murray la mummia, Wayne il lupo mannaro e Griffin l’uomo invisibile, porta il piccolo a fare una gita nel tentativo di far uscire il succhiasangue che è in lui. Inutile dire che verrà fuori una catastrofe dietro l’altra. Come se non bastasse, il vecchio Vlad, padre di Dracula, sta arrivando nell’albergo per conoscere la sua progenie. Ed è completamente all’oscuro del fatto che ormai mostri e uomini convivono.

La figura del millenario vampiro è purtroppo poco sviluppata: entra tardi in scena e, nonostante l’inizio sia promettente, finisce presto per perdere significato e tramutarsi solo in una macchietta tra le tante, con il “vogliamoci tutti bene” finale fin troppo telefonato e poco convincente. Al contrario lo è il bravissimo Claudio Bisio, voce italiana del re dei vampiri che dimostra di essere più a suo agio nella parte qui che nel primo capitolo. Niente male anche la struttura tecnica del lungometraggio d’animazione della Sony con un 3D che proietta gli spettatori all’interno dell’azione non solo regalando profondità, ma anche quando fuoriesce dallo schermo. I film mantiene le promesse del trailer ed è davvero molto godibile e gli ottimi incassi fatti registrare ai botteghini americani sono del tutto giustificati. Peccato che il terzo capitolo, se mai ci dovesse essere, non sarà diretto da Genndy Tartakovsky, che ha già affermato di avere altri progetti.

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