Ritorno al futuro: segreti e curiosità che nessuno ha svelato

Ritorno al Futuro e Ritorno al Futuro – Parte II tornano al cinema in tutta Italia grazie a Nexo Digitale e Universal Pictures Italia Home Video per uno storico raduno nelle sale che celebra il 21 ottobre 2015, ossia il giorno in cui Christopher Lloyd e Michael J. Fox arrivano nel futuro all’inizio del secondo film della saga. Per il pubblico delle sale ci sarà in omaggio l’esclusivo poster ufficiale dedicato al Ritorno al Futuro Day e intanto sui social già da ieri si è scatenato il delirio con gli utenti che hanno omaggiato la pellicola cult con battute, immagini, meme e stralci di film. Una valanga d’affetto e di ricordi, ma non tutti sanno che nella trilogia ci sono alcuni segreti e curiosità davvero gustose.

Inizialmente, lo script di Bob Gale e Robert Zemeckis fu rifiutato da tutti gli studios cinematografici: all’epoca le commedie giovanili in voga erano tutte sulla falsariga di Animal House e Porky’s, e le major reputavano Ritorno al futuro un film “troppo poco volgare” per attrarre il grande pubblico. Viceversa, l’unico studio che avrebbe potuto produrlo, la Disney, trovò che le implicazioni riguardanti un possibile incesto nel passato tra Marty, il giovane protagonista, e la madre da ragazza, avrebbero danneggiato il nome dell’azienda. Per fortuna il regista non si scoraggiò e trovò l’aiuto decisivo di Steven Spielberg, col quale aveva stretto amicizia dopo All’inseguimento della pietra verde. Ma ci sono molte altre curiosità legate alla saga, come l’etichetta sul congegno in cui Marty infila la spina della chitarra nel laboratorio di Doc: “CRM 114”. Si tratta di un riferimento a due film di Stanley Kubrick: è il nome del decodificatore di messaggi di B-52 del film Il dottor Stranamore ed è il numero di serie di Discovery in 2001 Odissea nello spazio.

Ritorno al futuro: segreti e curiosità che nessuno ha svelato

E ancora: nella sceneggiatura iniziale la macchina del tempo era costruita con un frigorifero. Seguendo il consiglio di Spielberg si pensò poi di utilizzare un’automobile (la mitica Delorean)per evitare che i ragazzini si chiudessero dentro i frigoriferi dopo aver visto il film. Molti anni dopo, lo stesso Spielberg rese omaggio all’idea originale nel suo Indiana Jones e il segreto del teschio di cristallo. Il nome del personaggio di Doc, ossia Emmett, viene dalla parola “tempo”, con spelling inverso e pronunciata per sillabe (da ti-me a em-it). Non molti sui saranno accorti che la strada principale è la stessa usata in Gremlins nel 1984 o che all’inizio del film, quando si vedono inquadrati gli orologi del laboratorio di Doc, tra questi ce n’è uno con un omino appeso alla lancetta dei minuti. Si tratta di una citazione di quello che succederà alla fine della pellicola. Tra l’altro l’uomo che valuta i complessi è interpretato dal cantante Huey Lewis, interprete dei due brani più famosi della colonna sonora: Power Of Love e Back In Time (che è anche il titolo del documentario sul film).

La maggior parte delle scene del primo film sono state girate in notturna perché Michael J. Fox durante il giorno non poteva allontanarsi dal set della sitcom Casa Keaton, tanto è vero che era stato pensato di sostituirlo prima con Ralph Macchio (che rifiutò la parte) poi con Eric Stolz, che però non si rivelò adatto per la parte. Fu però quest’ultimo a chiamare Lea Thompson. Intanto, anche il piccolo schermo omaggia questo anniversario: oggi, 21 ottobre, sull’emittente Dmax alle 22.55 viene trasmesso il documentario Ritorno al Futuro: 30 anni dopo, uno speciale che mostra la tecnologia usata nella saga e verifica quanto il regista Zemeckis abbia centrato quel futuro che all’epoca sembrava davvero lontanissimo. Su Italia 1, invece, giovedì 22 viene mandata in onda tutta la trilogia a partire dalla prima serata.

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