L’addio di Fabio Fazio alla Rai ha dato vita ad alcune polemiche: ecco cosa non è stato detto sul vissuto professionale del conduttore.
Dopo 40 anni di servizio in Rai Fabio Fazio, seguito da Luciana Littizzetto, lascia la Rai. La notizia ha animato una corrente giornalistica che si è schierata con il conduttore e contro i nuovi vertici Rai per molti politicizzati. Secondo i rumors sono molti i volti Rai prossimi al lasciare il servizio pubblico, e altrettanti i cambiamenti che la nuova dirigenza è decisa ad apportare.
La stampa ha ritratto Fabio Fazio come una vittima del sistema e anche Fiorello nel suo Viva Rai Due ha ironizzato sull’inaspettato licenziamento. Diversa posizione quella di Nicola Porro che ha manifestato il suo dissenso nei confronti di una certa stampa che ha mostrato solidarietà a Fazio. Nella sua Zuppa di Porro quotidiana il giornalista di Quarto Repubblica precisa che Fazio ha scelto di lasciare la Rai: “…hanno deciso autonomamente di andarsene a Discovery, su Nove.”
Porro ha poi sottolineato: “Vanno in un’altra azienda con un super-contratto. Tra l’altro loro non fanno commenti vittimistici e piagnistei, sono gli altri a farli per loro.” Il giornalista, liberale per istituzione, ha poi ricordato quelle volte cui Fazio spinto da compensi a più zeri lasciò il suo posto alla rete di stato: “Nel 2000 Fazio non ci pensò due volte ad abbandonare la Rai di fronte a 13 miliardi di lire offerti da La7 (che all’epoca si chiamava Telemontecarlo) per fare un programma con Gad Lerner? ” Il programma non andò in onda perché l’emittente fu venduta Tronchetti Provera che rinunciò al format a causa degli alti costi.
Nicola Porro: “La memoria di certi giornalisti è selettiva”
L’esperienza fallimentare di Fazio a Telemontecarlo riportò il conduttore in Rai, il suo ingaggio fu contestato da più parti per varie ragioni. Porro ha puntato il dito contro una casta di giornalisti che a suo avviso non mostrano coerenza:
“Questo vi dovrebbe far capire quanto la memoria di certi giornalisti sia selettiva: oggi parlano dei 40 anni del conduttore alla Rai, ma se fosse stato per lui l’esperienza con la TV pubblica sarebbe finita nel 2001″. Per Porro Che tempo che fa era espressione di un sistema di potere dove i vari ospiti potevano pubblicizzarsi: ora tutto questo è stato ridimensionato: “Che tempo che fa era un vero e proprio sistema di potere…“
