Pilar Fogliati intervista a VelvetCinema, dalla vita privata al set. Lo spoiler su Odio il Natale 2: “Ci sarà una new entry maschile…”

Pilar Fogliati è una delle attrici più affermate del momento. Tra Romantiche e Odio il Natale 2, affrontando anche la situazione del cinema italiano, abbiamo fatto una chiacchierata con lei.

L’attrice si è resa molto disponibile e ha toccato con noi argomenti molto delicati come quello delle molestie nel cinema, specificando di essersi trovata molto bene con Fausto Brizzi in un rapporto del tutto professionale. Abbiamo toccato ovviamente anche i suoi ultimi lavori, Romantiche e Odio il Natale 2, per parlare del fidanzato.

Pilar Fogliati è nata ad Alessandria il 28 dicembre del 1992, compirà dunque 31 anni tra qualche mese. Cresciuta a Roma ha esordito da giovanissima in Che Dio ci aiuti nel 2014 quando aveva 22 anni. Sul grande schermo invece ci è arrivata nel 2016 per Forever Young di Fausto Brizzi. Quest’anno è uscito il suo primo film di regia, Romantiche, e a breve la vedremo impegnata in Odio il Natale 2 sequel di una serie tv Netflix che ha avuto un grande risultato in termini di critica e ascolti.

Intervista a Pilar Fogliati

Pilar Fogliati ci ha rivelato delle cose davvero interessanti, di seguito l‘intervista con le sue parole.

Pilar Fogliati ai nostri microfoni
Intervista esclusiva a Pilar Fogliati (ANSA) VelvetCinema.it

Hai lavorato con Fausto Brizzi, purtroppo ci sono state tante cose dette contro di lui nonostante la legge l’abbia scagionato. Volevo chiederti di dire qualcosa sul vostro rapporto. Nell’ambito in cui lavori, hai mai ricevuto molestie?

“Mi sono resa conto che esiste una via con cui fare questo lavoro cioè lenta e professionale ed esiste. Se no io giovane, carina, potevo trovarmi in una situazione difficile, ma non mi è mai capitato perché sono stata nella via professionale. Se fai tutto per bene non ti ci ritrovi nemmeno. Posso dire che non mi è mai accaduto, con nessuno e nemmeno con Fausto con cui ho fatto i provini e ho ottenuto il ruolo, tutto normale. È stato molto professionale e molto simpatico, ha fatto il suo lavoro. Ho conosciuto una persona empatica e professionale. Ci sono due mondi separati. In quello professionale viene chiamato l’agente e non l’attore, fa da tramite per prendere gli appuntamenti. Se una ragazza non lo sa rischia di entrare in giri sbagliati. L’agente ti invia agli agenti per incontrare casting e regista. Io vorrei fare conoscere di più come è dietro le quinte. C’è del marcio? Esiste in ogni mestiere l’abuso di potere e quant’altro. In ogni mestiere esiste la via più faticosa e più lenta dove non c’è. Parliamo con tante colleghe di situazioni del genere e se stai in questa regola non capita tra agenzia e studio di recitazione. Direi di pensare al futuro e non al passato, facendo conoscere come funziona. Se una ragazza non lo sa pensa che sia normale andare a casa di un regista o di andare a una festa per farsi conoscere, ma non funziona così e queste cose le sai solo se ti sei fatta un mazzo tanto. L’abuso di potere va punito ovviamente in ogni campo. Voglio difendere l’ambiente del cinema, non è questo che amplifica, può accadere in qualsiasi ambito

Romantiche, un film molto importante per te dove interpreti quattro personaggi ed è anche la tua prima regia. Come è nato tutto e come si è sviluppata l’idea?

“Per me è un film molto intimo anche se è una commedia, mi sento messa completamente a nudo e questo mi piace da morire anche perché farlo attraverso questo genere è magico. È nato tutto da un incontro in radio con Giovanni Veronesi che mi ha invitato per fare delle imitazioni in maniera molto libera. Ci siamo stati simpatici e ci siamo divertiti, così mi ha chiesto di tornare quando volevo e l’ho fatto un miliardo di volte. Poi a un certo punto si sono delineati dei tratti di alcuni personaggi e mi ha detto che se ci andavo in profondità sarebbero diventati molto belli, umani. Mi ha detto che ci dovevo fare un film e che mi avrebbe aiutato a scriverlo. Poi si è fatto avanti un produttore ed è nato tutto. Ho avuto la fortuna di avere al fianco una persona che mi ha aiutato e mi ha insegnato moltissimo”.

Intervista a Pilar Fogliati
Pilar Fogliati, ecco le sue parole (ANSA) VelvetCinema.it

Come compie il passaggio dalla recitazione alla regia un attore?

“È difficile e stimolante allo stesso tempo. Mi sono preso la disponibilità di farlo perché c’era una chiarezza nei personaggi che mi ha permesso di fare il passo più lungo della gamba. magari in un altro contesto dove non ero io l’interprete e la scrittrice forse non sarei stata in grado e sarebbe stato diverso. Non penso che sia un’evoluzione dell’attore, ma per me è proprio un altro lavoro, un’altra cosa e va vissuta così. Avendo tanti ruoli in questo film è come se il ruolo si sia semplificato. È stata una fatica ma anche un privilegio recitarlo, scriverlo e dirigerlo”.

Io nel film c’ho visto molto di Carlo Verdone, cosa puoi dire in merito?

“Io ti amo che mi dici questo! È la mia più grande fonte di ispirazione. Quando si fa un debutto ci si ispira a chi si ammira, mi sono innamorata di cinema con Verdone, il suo modo di recitare. Lo amo e l’ammiro, è un bene italiano per me, un monumento. È chiaro che nel cuore avevo quel tipo di struttura sua, l’attore che fa più personaggi comici con amarezza. Ci ho provato e non mi sono avvicinata, ma mi sono ispirata a lui come atmosfera”.

Hai recitato, diretto, lavorato in tv, cantato. Banalmente, cosa vuoi essere da grande?

“È la domanda più bella e più difficile a cui rispondere. Avere una risposta chiara è una grande fortuna, avere chiari i propri sogni lo è. Quello che mi fa battere il cuore, uso la frase da Bacio Perugina, è avere a che fare con la commedia. Mi ritengo fortunata perché iniziando da non molto ho fatto già molte cose. La tv non la escludo, ma dovrebbe essere una cosa giusta per me dove posso dare qualcosa. L’idea di essere autrice di qualcosa di comico è un sogno”.

Odio il Natale, arriverà la seconda stagione, cosa ci puoi dire?

“Lei ricasca sui suoi stessi piedi, inciampa in maniera goffa tra le sue emozioni e aspettative. Poi si accorge che avere aspettative è stupido. Anche quest’anno la storia sarà molto buffa. Ci sarà una new entry maschile, un personaggio importante, chi ha visto la prima scoprirà chi ha bussato alla porta. Non vi posso dire quanti insulti ho ricevuto per il finale della prima che ha lasciato il punto interrogativo. C’è sempre l’atmosfera natalizia e l’argomento dei trent’anni appesantiti dal significato degli step obbligatori poi ti rendi conto che ognuno ha i suoi tempi”.

Le parole di Pilar Fogliati
Pilar Fogliati parla ai nostri microfoni (ANSA) VelvetCinema.it

Parlavi d’amore, sappiamo che stai con Severiano e cosa ci puoi raccontare su di lui?

“Sono fidanzata con quattro anni con lui, non fa parte di questo ambiente ed è un raro caso di persona che ha capito questo lavoro nonostante non lo faccia. Lo reputo molto raro. È un uomo intelligente che ha capito come è fatto il lavoro. Tutti vedono la punta dell’iceberg, ma dietro ci sono molte cose. Ci siamo fidanzati da un po’ e per ora la storia sta andando bene. Non sono come Gianna, se no mi romperebbero tutti le palle sul quando mi sposerò. Non ne ho idea, è nei miei piani avere una famiglia, ma avere una relazione bella e stabile ci stra-basta. Severiano ha 36 anni e lavora nel campo energetico, si occupa di energie rinnovabili. Si fa un mazzo tanto e mi spiega un sacco di cose di economia che io non capisco. Cerchiamo di non portare il lavoro a casa, ci proviamo però”.

Sei stata nominata Cavaliere all’ordine della Repubblica, cosa significa per te?

“Tutto è avvenuto perché sono stata chiamata dal Quirinale per presentare il David di Donatello. È stato un onore incredibile essere a mezzo metro dal Presidente. Dovevo leggere miliardi di nomi, nomi di case di produzione impronunciabili. Per questo impegno e non so per quale strano motivo mi hanno fatto Cavaliere mi è salito un senso patriottico incredibile. Sono una cittadina italiana e sto servendo la mia patria nell’arte oratoria a leggere questi nomi. (ride ndr) Poi era una cosa legata all’arte, ancora meglio. Non ho dormito tre giorni, mi immaginavo di sbagliare i nomi. Ma ho fatto tutto bene”.

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