Bastardi a Mano Armata, il regista Gabriele Albanesi a Velvet Cinema: “Un thriller neo-noir e…”

Bastardi a Mano Armata va in onda in prima tv stasera su Rai 4, il regista Gabriele Albanesi ci ha raccontato il film in esclusiva, con diversi spunti interessanti.

Dopo aver diretto due horror a basso budget ma di grande successo, Il Bosco Fuori e Ubaldo Terzani Horror Show, il regista romano classe 1978 è tornato dietro la macchina da presa nel 2021 per questo thriller con punte noir. Nel cast protagonista è Marco Bocci al fianco di altri personaggi noti come Fortunato Cerlino.

Ai nostri microfoni Gabriele Albanesi specifica: “Il film è la storia di un criminale che riceve una proposta da parte di un misterioso personaggio di uscire dal carcere in cambio di un lavoro che deve fare per lui cioè recarsi in una villa e trovare dei documenti che vi sono stati nascosti. Il criminale accetta, ma quando arriva nella villa si rende conto che non è disabitata come gli avevano detto ma vi abita una famiglia… e per portare a termine la missione dovrà prenderli in ostaggio. Ci saranno poi altri colpi di scena e ribaltamenti di ruolo che avverranno nel corso della storia, che ho scritto insieme a Luca Poldelmengo e a Gianluca Curti, anche produttore del film con la sua Minerva Pictures”.

Bastardi a Mano Armata, Gabriele Albanesi: “Un neo-noir”

Intervista a Gabriele Albanesi
Intervista a Gabriele Albanesi, Bastardi a Mano Armata (VelvetCinema.it)

Gabriele Albanesi entra più poi nello specifico raccontandoci cosa l’ha spinto a realizzare Bastardi a Mano Armata: “Il film nelle mie intenzioni appartiene al genere del neo-noir ancora meglio, del thriller ibridato con il pulp. Dopo aver fatto i miei due primi film che erano horror splatter low budget, volevo provare a fare un film un po’ meno di nicchia, avvicinandomi a un genere più mainstream come quello del crime. Avevo da poco visto Suburra di Sollima che mi aveva molto colpito e pensavo che i tempi fossero adatti per affrontare questo tipo di cinema, che è sempre stato tra i miei preferiti insieme all’horror. Mi sono concentrato su questa storia di una famiglia assediata che è un topos del noir, da Ore Disperate di Wyler fino a Dal Tramonto all’alba, Cape Fear e Funny Games, passando per il Cul de Sac di Polanski, tutti film che mi hanno ispirato. Volevo fare un film claustrofobico quasi interamente girato in un’unica location con pochi personaggi che si scontrano e si sterminano tra di loro, in un crescendo di tensione e crudeltà. Queste sono delle tematiche cinematografiche che mi ispirano da sempre“.

Sul cinema del passato il regista specifica: Il film è a tutti gli effetti un thriller neo-noir con molti elementi di violenza grafica e splatter, attinenti all’horror dei miei due primi film. Tant’è che Bastardi a mano Armata potrebbe essere visto come un horror camufatto da Noir come Killing Zoe di Roger Avary. Invece quando il film uscì, forse a causa del titolo che richiamava i vari Roma a Mano Armata ecc., venne equivocato come un omaggio al poliziottesco italiano degli anni settanta, mentre con quei film non ha niente a che fare. Guardando a quel tipo di cinematografia l’unico vero riferimento è il cinema di Fernando Di Leo, che infatti faceva Noir e non dei poliziotteschi, in particolar modo Vacanze per un massacro che è simile come struttura narrativa con la famiglie presa in ostaggio. Per l’intenditore di cinema ho inserito nel film 2-3 riferimenti al cinema di Fernando”.

“Un film senza compromessi”

Intervista a Gabriele Albanesi
Bastardi a Mano Armata, intervista al regista (VelvetCinema.it)

Gabriele Albanesi parla poi degli attori nel cast del film: “È un film senza compromessi che abbiamo girato consapevoli di fare un film duro e fuori dagli schemi soprattutto per il nostro cinema. Non ci siamo posti freni inibitori e difatti è stato classificato come vietato ai minori di 14 anni. Penso che il film si distingua, nel bene o nel male, all’interno di un panorama cinematografico sempre più appiattito e addomesticato, totalmente innocuo e assoggettato a dinamiche che quasi nulla hanno a che fare con l’amore per il Cinema”.

E infine il regista parla anche del cast: “Molto interessanti sono le interpretazioni degli attori. Marco Bocci, Peppino Mazzotta, Fortunato Cerlino a cui si affiancano le due donne Maria Fernanda Candido e Amanda Campana. Bocci regala, secondo me, una delle sue interpretazioni migliori. Gli avevo suggerito come esempio di recitazione il Clint Eastwood della trilogia del Dollaro o il Kurt Russell di Fuga da Los Angeles, personaggi tutti d’un pezzo e monoespressivo. Marco ha capito perfettamente lo stile che volevo imprimere e lo ha riadattato e fatto suo, senza complessi. La sua è una interpretazione molto audace e insolita per i canoni della nostra industria, dato che normalmente nei film italiani vediamo gli attori sempre portati ad una certa enfasi da fiction televisiva, a calcare i toni, all’esagitazione, piuttosto che a lavorare di sottrazione. Ma anche quella di Peppino Mazzotta è una interpretazione molto complessa perché doveva essere molto abile a giocare con la doppia natura del suo personaggio. Peppino attraverso piccole sfumature del volto e degli occhi riesce a conferire tutto lo spessore e la tragicità del suo personaggio, che si trova al confine tra bene e male, non a caso ha vinto anche un premio per questo film”.

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