Film tratti dai libri: quando le pellicole fanno piangere (dalla disperazione) l’autore del romanzo

Film tratti dai libri, quando il prodotto cinematografico fa piangere (letteralmente) l’autore del libro.

L’epica battaglia a suon di “è meglio il libro il film” va avanti da secoli. Orde di lettori e di cinefili si contendono lo scettro del miglior prodotto: “Era meglio il libro” è la frase più classica che possiate sentire se siete a cena con un gruppo di amanti della letteratura.

C’è chi legge e di film non ne vuole sapere, c’è chi guarda solo film perché è la via più rapida e snobba il libro. C’è anche la casta eletta di chi fa entrambe le cose, legge il libro e guarda il film. C’è anche chi pretende di dettar legge sull’ordine delle due cose, fa un po’ alternativo dire: “Io ho visto prima il film e poi ho letto il libro”.

È capitato a tutti di assistere a scambi di questo tenore, è una lotta senza vincitori. Va avanti da sempre, e tutto sommato si tratta di una nobile battaglia. Sono note però nella storia situazioni in cui perfino l’autore del libro si è rivoltato di fronte alla trasposizione cinematografica. Dei veri e propri drammi.

Quando lo scrittore rifiuta la trasposizione cinematografica

Partiamo parlando di uno dei rifiuti più noti da parte di un grande scrittore, uno degli autori più importanti di tutti i tempi che si è trovato a ‘battagliare’ con uno dei registi più grandi di sempre. Due mostri sacri si sono scontrati per Shining. Ebbene si, l’autore è Stephen King, il regista Stanley Kubrick. A non aver apprezzato il film, ovviamente, è il Re dell’horror.

Secondo Stephen King, Kubrick non avrebbe colto il focus del suo romanzo, ovvero l’ambiente stregato dell’Overlook Hotel e si sarebbe troppo concentrato sul disagio famigliare, come se avesse voluto solo rendere il dramma domestico e non abbastanza il contesto maligno della residenza.

Film tratti dai libri quando l'autore piange
Alex DeLarge di ‘Arancia Meccanica’ (foto Ansa) – VelvetCinema.it

E non è il solo autore ad essersi lamentato di Kubrick, incredibile ma vero, un altro scrittore ha avuto da ridire riguardo una sua opera resa su pellicola dal blasonato regista. Anthony Burgess scrittore di ‘Arancia Meccanica’ ha detestato la sua versione cinematografica. Secondo l’autore del libro, il messaggio principe dell’opera sarebbe stato completamente frainteso nel film, il cui risultato è stato un omaggio al sesso e alla violenza. Pare che Burgess ne sia rimasto fortemente turbato.

Il film che ha accompagnato tutti i bambini degli anni ’80 è sicuramente ‘La storia infinita’ con protagonista il piccolo Bastian e il suo Falkor. Tuttavia, l’autore non ha apprezzato per nulla la trasposizione e all’uscita del film ha cercato in tutti i modi di prendere le distanze dalla pellicola. Michael Ende non ha trovato nel film lo stesso spirito del libro, nemmeno lontanamente e ha perfino portato i produttori in tribunale cercando di riavere indietro i diritti dell’opera. Alla fine ha potuto solo ottenere la rimozione del suo nome all’interno del progetto.

Autori che rifiutano la trasposizione cinematografica
Una scena del film ‘La storia infinita’ (screen YouTube) – VelvetCinema.it

Un altro film molto amato dai più piccoli, ma anche dai grandi, è ‘La fabbrica di cioccolato’ di Roald Dahl che addirittura – lesa maestà – non ha apprezzato nemmeno Gene Wilder nei panni di Willy Wonka. Ha definito l’attore “molto pretenzioso” ed il regista (Mel Stuart) “senza alcun talento”, insomma, senza mezzi termini. L’autore si è anche preoccupato di evitare che venisse sfornato un sequel, ha fatto in modo che non andasse in porto alcun progetto cinematografico in quel senso.

Un altro caso di film cult criticato dall’autore dell’opera è nientepopodimeno che ‘Colazione da Tiffany’, in quel caso però l’autore, Truman Capote non ha criticato tanto il film in sé – anche se diverso in molte parti rispetto al libro – ma la protagonista. Sebbene il volto di Audrey Hepburn sia passato alla storia proprio per quel ruolo, l’autore non avrebbe voluto lei come protagonista ma Marilyn Monroe.

La scrittrice che pianse alla prima del film

L’autrice che invece pianse per il suo libro trasposto in modo – a suo avviso – inadeguato, è P.L. Travers, per ‘Mary Poppins’. Riguardo questa vicenda è stato anche fatto un film, ‘Saving Mr. Banks’ con Tom Hanks nei panni di Walt Disney ed Emma Thompson nei panni di P.L. Travers.

Scrittori che rifiutano trasposizione
Colazione da Tiffany – Audrey Hepburn (foto Ansa) – VelvetCinema.it

Nel film si spiega come Walt Disney sia riuscito ad ottenere i diritti del romanzo nell’arco di una battaglia durata ben 20 anni. Tutto questo tempo per poi avere una scrittrice in lacrime alla prima del film. Secondo l’autrice il significato del romanzo sarebbe stato frainteso, le scene animate sarebbero state rese in modo ridicolo ed il personaggio di Mary Poppins alterato.

Nemmeno Breat Easton Ellis è rimasto soddisfatto della trasposizione del suo ‘American Psycho’. Più che altro non ha gradito la resa del suo personaggio, Bateman e ha ritenuto che non dovesse proprio venire adattato a film.

Un altro film molto amato dal pubblico è detestato dall’autore del romanzo, è ‘Forrest Gump’. Secondo Winston Groom il film è troppo casto e ha un linguaggio troppo infantile, sarebbe quindi stato edulcorato e avrebbe perso parte del suo senso. Un altro autore molto contrariato, tanto da aver odiato non un adattamento ma ben tre è Richard Matheson.

Autori che rifiutano la trasposizione
Tom Hanks in ‘Forrest Gump’ (foto Ansa) – VelvetCinema.it

Si tratta dell’autore di ‘Io sono Leggenda’, lo scrittore, al terzo film con Will Smith, ha perfino dichiarato, all’apice del suo astio: “Non capisco perché Hollywood sia così affascinata dal mio libro, visto che nessuno si degna mai di riportare la storia così come l’ho scritta”.

Chiudiamo con un film amato dalla critica e dal pubblico, il cui autore in realtà non è chiaro se lo abbia apprezzato o detestato. ‘Qualcuno volò sul nido del cuculo’, il famoso film con Jack Nicholson del regista Miloš Forman ha collezionato diversi Oscar ma non il plauso dell’autore del romanzo. Ken Kesey avrebbe abbandonato il set dopo solo due settimane poiché contrariato dal punto di vista della pellicola. Per molto tempo ha anche sostenuto di non aver mai voluto vedere il film, ma la moglie sostiene il contrario.

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